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Spettacolo su Canto di Natale Laboratorio di Logoteatroterapia a Roma

Il 23 dicembre scorso nella splendida cornice della libreria Eli a Roma, la quale ospita il laboratorio di Logoteatroterapia, è andato in scena Canto di Natale di Charles Dickens, recitato dagli allievi del corso.
Preparare uno spettacolo per poi rappresentarlo di fronte al pubblico è sempre fonte di grandi emozioni per tutti, attori e registi. Ma ogni singola volta accade qualcosa di particolare e la nostra rappresentazione non ha infranto questa regola.
Appena ho proposto alle mie giovani attrici e ai miei giovani attori l’idea di fare un piccolo spettacolo per Natale, sono stati tutti entusiasti e subito si sono messi in gioco. Ho narrato loro la vicenda scritta da Dickens e distribuito le parti. Quindi i ragazzi stessi hanno improvvisato pezzo per pezzo, trasformando il mio adattamento in azione scenica e dando voce ai vari personaggi, donando a ciascuno di questi ultimi un po’ di se stesso con gag divertenti e simpatiche battute. Non dimentichiamo che la Logoteatroterapia lavora esattamente sull’ampliamento e il rinforzo delle abilità comunicative, nelle quali rientra a pieno titolo il linguaggio espressivo. Di conseguenza, il fatto che ciascuno di loro abbia creato dal nulla le battute del proprio personaggio (aiutando a volte anche gli altri) partendo soltanto dal mio racconto della storia, è perfettamente in linea con i nostri obiettivi.
Tuttavia, una volta redatto il copione, sono incominciati ad arrivare gli imprevisti.  
Qualcuno ha preso il Covid, qualcun altro l’influenza; altri sono dovuti partire con i genitori saltando le prove e lo spettacolo, oppure per un altro concomitante evento nel weekend proprio a ridosso del 23 dicembre; per ben due settimane grazie allo sciopero dei mezzi pubblici, una delle attrici non è riuscita a provare. Insomma, ogni settimana accadeva qualcosa di diverso, che metteva a dura prova sia l’impianto scenico che la motivazione dei partecipanti ad arrivare sino in fondo. Eppure, nessuno di noi si è mai lasciato scoraggiare. Ogni volta abbiamo trovato assieme il modo di risolvere ogni singolo imprevisto, in una sorta di continuo allenamento al problem solving, fino ad arrivare al 23 dicembre nel migliore dei modi.
Lo spettacolo è andato benissimo, i ragazzi sono stati strepitosi. Esattamente come accade in una famiglia, hanno assorbito gli urti della vita, trovando insieme il modo di andare avanti, di portare a termine quello che si erano prefissati. E gli applausi scroscianti del pubblico, i complimenti di tutti, li hanno ampiamente ripagati di tutte le fatiche.
La mia preziosa collaboratrice Paola Gallassi ed io non avremmo potuto essere più fiere di loro.


 

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