A breve disponibile anche tramite podcast . Una mattina conduco il laboratorio di Logoteatroterapia con tre bambini di seconda e terza elementare. Le patologie dalle quali sono affetti fanno sì che (per motivi differenti) abbiano un’enorme difficoltà a “sentire” e quindi utilizzare la pausa, sia verbale che motoria. Durante le settimane precedenti abbiamo fatto insieme numerosi giochi che avevano proprio questo obiettivo, sia in modalità statica che dinamica. Nei giochi si sono sempre divertiti e sono stati bravi, ma mi accorgo che ancora non hanno generalizzato l’apprendimento nella vita quotidiana. Pertanto, decido di spendere ancora un po’ di tempo per lavorare su questo aspetto, ma prendendo un’altra strada. I tre bambini hanno fatto con me numerose entrate in scena, dove fingevano di essere in un ambiente diverso e di conseguenza erano personaggi diversi. Hanno rinforzato il linguaggio spontaneo adeguato al contesto e sperimentato il corpo e la parola che entrano in relazione con
Disponibile anche tramite podcast . La Logoteatroterapia non si rivolge solo a persone con difficoltà comunicative importanti, presenti ad esempio nella sordità, ritardo di linguaggio, disturbo da deficit dell’attenzione e/o iperattività, disturbo dello spettro autistico e varie altre. La disciplina è utile anche per individui con lievissime fragilità linguistiche o comunicative che di certo ritroverete in molti dei vostri amici, parenti o colleghi. Spesso noto persone che parlano troppo, occupando tutto lo spazio conversazionale e non lasciandolo agli altri. C’è invece chi parla talmente veloce da arrivare in debito d’aria, per poi accavallare le parole l’una sull’altra. C’è poi chi ascolta l’altro ma non appena questi dice qualcosa che lo riporta a un suo vissuto personale, ecco che il primo interrompe e inizia a parlare a sua volta. C’è chi sente l’impellente bisogno di commentare, anche a bassa voce, ogni frase pronunciata dall’interlocutore, creando un continuo “tappeto sonoro” c