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Logoteatroterapia: quando la terapia incontra la magia

Condivido con grande piacere un contributo di Giorgia Salemi : Sono logopedista del Centro di Audiofonologopedia da ben 37 anni, docente presso l’Università degli Studi di Roma “Sapienza” nonché ideatrice, insieme a Cecilia Moreschi (logoteatroterapista) e alla dr.ssa Maria Lauriello (docente presso l’”Università degli Studi de L’Aquila) del “Metodo X”, Metodo Intuitivo, Creativo, Sensoriale. I bambini, ragazzi e adulti con i quali si svolge la mia professione di logopedista sono affetti da ogni tipo di disturbo del linguaggio e della comunicazione: dalla sordità profondi al DSA, dal ritardo o disturbo del linguaggio espressivo al disturbo della pragmatica, dalla fragilità cognitiva al Disturbo dello Spettro Autistico, passando per l’ADHD e tanto altro ancora. Lavorando come logopedista ho avuto in questi anni l’opportunità e la fortuna di poter partecipare ai laboratori di logoteatroterapia e collaborare agli spettacoli messi in scena dalla generosa e ispirata Cecilia Moreschi, co-ide
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Fare teatro giova a tutti

A breve disponibile anche tramite podcast . Come dire, le sorprese non finiscono qui . Nello scorso articolo vi ho illustrato come, dopo un anno di duro lavoro sulla costruzione di monologhi - ovvero il recitare rivolgendosi direttamente al pubblico -, la mia giovanissima attrice, che convive da sempre con alcune problematiche uditive e pragmatiche, abbia naturalmente generalizzato l’apprendimento ottenuto, arrivando addirittura a sviluppare una sorta di autocritica interiore che le permette di verificare se la sua esposizione orale è chiara e scorrevole oppure no. Ma la scorsa settimana mi riserva ancora una nuova scoperta. Lo spettacolo di Logoteatroterapia realizzato a fine maggio con 13 adolescenti è stato un vero successo. Come sono solita fare, ho inserito qua e là vari elementi tecnici che i miei ragazzi dovevano esercitare attraverso le prove e la messinscena. Scritto da me insieme a tutti loro, era ambientato in una sorta di Escape Room dalla quale tre concorrenti dovevano fu

Come acquisire consapevolezza

A breve disponibile anche tramite podcast . Continuo a sorprendermi dei piccoli o grandi risultati che bambini e ragazzi mi rimandano nei giorni successivi alla messinscena dello spettacolo finale, per il quale hanno lavorato con grande impegno, passione, entusiasmo e perché no, anche un pizzico di fatica. Del resto non si ottengono grandi risultati senza sforzo. La protagonista della performance Il Malato, Arlecchino e l’Ispettore dalla Locandiera è una splendida fanciulla affetta da alcune problematiche uditive e pragmatiche. Nel corso degli ultimi anni ha sempre partecipato al laboratorio di Logoteatroterapia, scoprendo che recitare le piace tantissimo e che sul palco riesce finalmente a sentirsi bene, sicura di sé, perfettamente a proprio agio. Ha migliorato una grande quantità di aspetti, sia tecnici che emotivo-relazionali, eppure la scorsa settimana mi ha raccontato una cosa che ancora una volta mi ha reso felice e orgogliosa di lei. Nei giorni successivi allo spettacolo ha dov

La ricerca della felicità

A breve disponibile anche tramite podcast . “Lo facciamo di nuovo lo spettacolo?” “No, tesoro mio. Ne faremo un altro il prossimo anno” rispondo io. “Davvero? E quale? Quale faremo? E quando?” A parlare è Federico (nome di fantasia) bambino di 6 anni, all’indomani dello spettacolo Peter Pan, conclusione per quest’anno del laboratorio di Logoteatroterapia. Lo spettacolo ha visto la partecipazione di 34 bambini dai 5 agli 11 anni, suddivisi in piccoli gruppi, che scena dopo scena hanno raccontato l’incredibile storia del bambino che non voleva crescere e le sue avventure nell’ Isola che non c’è . Le parole di Federico ancora una volta mi sorprendono. Il piccolo era affetto da alcune problematiche linguistiche che sta man mano brillantemente superando, e da una importante componente oppositiva. Nel corso dei vari mesi di laboratorio, per prima cosa ho cercato di costruire con lui un rapporto di fiducia, una relazione positiva, allegra e leggera, un momento nel quale il nostro si sentisse

Perché fare lo spettacolo

A breve disponibile anche tramite podcast . Se la logoteatroterapia nasce e si sviluppa con il solo e preciso intento di porre l’esperienza teatrale a servizio di ciascun individuo che vi partecipi, il momento della preparazione e successiva messinscena della performance finale persegue questo obiettivo ancor di più. Tutti i giovani e meno giovani attori hanno una motivazione altissima a far bene la propria parte, visto che dovranno interpretarla di fronte al pubblico. Di conseguenza tale motivazione fa sì che gli apprendimenti insiti in ogni piccola azione scenica, in ciascun personaggio, nei dialoghi o monologhi, vengano interiorizzati e approfonditi da ciascuno in maniera indelebile. Lo spettacolo è dunque un’occasione da non lasciarsi sfuggire per far sì che ognuno dei nostri allievi lavori esattamente sulle proprie fragilità, in un contesto entusiasmante, divertente e foriero di grandi soddisfazioni. Da M. Montessori: “Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora c

Logoteatroterapia alla Cooperativa Ellelle di Foligno

Claudia Fusari è una bravissima logopedista di Foligno. Durante la frequenza del corso di Logoteatroterapia per professionisti ha portato avanti un laboratorio con i giovani ospiti della Cooperativa Ellelle con grande passione, dedizione e professionalità. Riuscendo a trasformare le problematiche in punti di forza, e a superare una serie di ostacoli lungo il percorso, Fusari ha ottenuto enormi risultati, stimolando e potenziando una molteplicità di nuovi apprendimenti nei suoi ragazzi. Ci racconta la sua esperienza : I ragazzi con cui ho avuto il piacere di condividere cinque mesi di laboratorio di logoteatroterapia formavano insieme un gruppo molto eterogeneo, sia per la loro età che per le loro caratteristiche. Ognuno aveva il suo modo di comunicare, non sempre verbale a causa di quadri clinici complessi. Ognuno aveva il suo modo di manifestare le proprie emozioni: qualcuno parlando a dismisura, spesso passando da un argomento all’altro senza nemmeno rendersene conto, qualcun altro r

La gestione degli imprevisti

A breve disponibile anche tramite podcast . Come allenare l’attenzione e la capacità di portare a termine il compito prefissato anche in situazioni avverse, ovvero quando si verificano eventi inaspettati? Proviamo a farlo all’interno del laboratorio di Logoteatroterapia. La disciplina, come esplicitato più volte, utilizza elementi e tecniche teatrali con il solo scopo di migliorare la qualità della vita di coloro che vi partecipano, agendo su aspetti fondamentali quali l’autoregolazione, l’organizzazione spazio-temporale, le Funzioni Esecutive, il linguaggio congruo e contestuale e molto altro ancora. Vediamo adesso insieme uno di questi aspetti. Venerdì mattina. Uno dei ragazzi impegnati nella realizzazione della prossima performance, si ritrova a far le prove da solo. Paolo (nome di fantasia) è un adolescente affetto da disabilità cognitiva e lieve goffaggine motoria. A volte è preda di alcune rigidità comportamentali, altre volte non decodifica velocemente il contesto, in successiv