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Prendersi cura degli altri a teatro

A breve disponibile anche tramite podcast . I ragazzi che quel pomeriggio parteciparono al laboratorio di Logoteatroterapia erano sei preadolescenti di 11 e 12 anni. I nomi con i quali ve li presenterò sono tutti di fantasia, come al solito. Alcuni sono affetti dal Disturbo dello Spettro Autistico, altri da ADHD, DSA e lievi tratti di oppositività. Eppure, è sempre un piacere lavorare con loro. Allegri, spumeggianti, a volte faticano a mantenere l’attenzione su un argomento e ovviamente hanno cadute sulla pragmatica, ma la loro risorsa più grande è la profonda amicizia che hanno stabilito nel tempo. Grazie a essa nessuno patisce le risposte non contestuali o le azioni eccessive, anzi si ride tanto e spesso. Oggi però desidero stimolare sempre più le abilità empatiche, il saper “vedere” l’altro e contestualmente accorgersi delle sue eventuali necessità. Quindi, dopo un gioco iniziale tutti insieme, propongo ai miei piccoli eroi di sciogliere il corpo in modalità statica, come abbiamo f
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Laboratorio per professionisti a Monterotondo da Novembre

Laboratorio con Carlotta Chiaramonte a San Lorenzo da ottobre 2024

Riprende il laboratorio di Carlotta Chiaramonte nel quartiere San Lorenzo a Roma con la supervisione di Cecilia Moreschi:

Teatro e Disturbo dello Spettro Autistico

A breve disponibile anche tramite podcast . Quel giorno pioveva molto e uno dei miei più simpatici adolescenti, affetto dal Disturbo dello Spettro Autistico, arriva al laboratorio di Logoteatroterapia con grande ritardo. Non è difficile per me immaginare che il maltempo e il mancato rispetto dell’orario agiscano su di lui come destabilizzatori, a mo’ di una miccia che innesca la bomba. Infatti Lorenzo (nome di fantasia) arriva esprimendo un grande malumore. Il ritardo e la pioggia hanno sconvolto la sua routine per raggiungermi nel nostro giorno stabilito. Entra in stanza senza salutare, senza fermarsi, inizia a vagare come una pallina impazzita, tocca tutto e sposta ogni cosa senza alcuna finalità. È un fiume di parole senza capo né coda, dalle quali si evince solo una grande irrequietezza e difficoltà a decodificare la nuova situazione adeguandosi a essa. In effetti gli altri sono già in posizione e stavano facendo il primo esercizio con me, quando Lorenzo ci ha interrotto entrando

Il teatro come gioco

Disponibile a breve anche tramite podcast . Bentrovati, dopo la pausa estiva che spero sia stata in grado di ritemprare tutti noi. È assolutamente indispensabile fermarsi, per dare alla mente e al corpo il giusto tempo di elaborazione di quel che abbiamo vissuto e permettere di trovare spazio per far fiorire idee e spunti nuovi. I bambini e i ragazzi non fanno eccezione. Li ritrovo dopo oltre un mese, con occhi accesi e la voglia di raccontare i posti che hanno visitato, il mare dove hanno nuotato, la montagna dove hanno camminato. Ma subito dopo mi chiedono di ricominciare a giocare al teatro. C’è qualcuno di nuovo, che resta un po’ in disparte perché non ha ben capito cosa aspettarsi, oppure ha direttamente deciso che fare teatro non è nelle sue corde ed esprime tale assunto con un atteggiamento corporeo di grande chiusura e sospetto. In questi casi chiedo sempre l’aiuto dei ragazzi stessi. Domando a tutti cosa sia il teatro, cosa significhi fare teatro. C’è chi risponde che il teat

Logoteatroterapia: quando la terapia incontra la magia

Condivido con grande piacere un contributo di Giorgia Salemi : Sono logopedista del Centro di Audiofonologopedia da ben 37 anni, docente presso l’Università degli Studi di Roma “Sapienza” nonché ideatrice, insieme a Cecilia Moreschi (logoteatroterapista) e alla dr.ssa Maria Lauriello (docente presso l’”Università degli Studi de L’Aquila) del “Metodo X”, Metodo Intuitivo, Creativo, Sensoriale. I bambini, ragazzi e adulti con i quali si svolge la mia professione di logopedista sono affetti da ogni tipo di disturbo del linguaggio e della comunicazione: dalla sordità profondi al DSA, dal ritardo o disturbo del linguaggio espressivo al disturbo della pragmatica, dalla fragilità cognitiva al Disturbo dello Spettro Autistico, passando per l’ADHD e tanto altro ancora. Lavorando come logopedista ho avuto in questi anni l’opportunità e la fortuna di poter partecipare ai laboratori di logoteatroterapia e collaborare agli spettacoli messi in scena dalla generosa e ispirata Cecilia Moreschi, co-ide

Fare teatro giova a tutti

A breve disponibile anche tramite podcast . Come dire, le sorprese non finiscono qui . Nello scorso articolo vi ho illustrato come, dopo un anno di duro lavoro sulla costruzione di monologhi - ovvero il recitare rivolgendosi direttamente al pubblico -, la mia giovanissima attrice, che convive da sempre con alcune problematiche uditive e pragmatiche, abbia naturalmente generalizzato l’apprendimento ottenuto, arrivando addirittura a sviluppare una sorta di autocritica interiore che le permette di verificare se la sua esposizione orale è chiara e scorrevole oppure no. Ma la scorsa settimana mi riserva ancora una nuova scoperta. Lo spettacolo di Logoteatroterapia realizzato a fine maggio con 13 adolescenti è stato un vero successo. Come sono solita fare, ho inserito qua e là vari elementi tecnici che i miei ragazzi dovevano esercitare attraverso le prove e la messinscena. Scritto da me insieme a tutti loro, era ambientato in una sorta di Escape Room dalla quale tre concorrenti dovevano fu