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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

Perché fare lo spettacolo

A breve disponibile anche tramite podcast . Se la logoteatroterapia nasce e si sviluppa con il solo e preciso intento di porre l’esperienza teatrale a servizio di ciascun individuo che vi partecipi, il momento della preparazione e successiva messinscena della performance finale persegue questo obiettivo ancor di più. Tutti i giovani e meno giovani attori hanno una motivazione altissima a far bene la propria parte, visto che dovranno interpretarla di fronte al pubblico. Di conseguenza tale motivazione fa sì che gli apprendimenti insiti in ogni piccola azione scenica, in ciascun personaggio, nei dialoghi o monologhi, vengano interiorizzati e approfonditi da ciascuno in maniera indelebile. Lo spettacolo è dunque un’occasione da non lasciarsi sfuggire per far sì che ognuno dei nostri allievi lavori esattamente sulle proprie fragilità, in un contesto entusiasmante, divertente e foriero di grandi soddisfazioni. Da M. Montessori: “Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora c

Logoteatroterapia alla Cooperativa Ellelle di Foligno

Claudia Fusari è una bravissima logopedista di Foligno. Durante la frequenza del corso di Logoteatroterapia per professionisti ha portato avanti un laboratorio con i giovani ospiti della Cooperativa Ellelle con grande passione, dedizione e professionalità. Riuscendo a trasformare le problematiche in punti di forza, e a superare una serie di ostacoli lungo il percorso, Fusari ha ottenuto enormi risultati, stimolando e potenziando una molteplicità di nuovi apprendimenti nei suoi ragazzi. Ci racconta la sua esperienza : I ragazzi con cui ho avuto il piacere di condividere cinque mesi di laboratorio di logoteatroterapia formavano insieme un gruppo molto eterogeneo, sia per la loro età che per le loro caratteristiche. Ognuno aveva il suo modo di comunicare, non sempre verbale a causa di quadri clinici complessi. Ognuno aveva il suo modo di manifestare le proprie emozioni: qualcuno parlando a dismisura, spesso passando da un argomento all’altro senza nemmeno rendersene conto, qualcun altro r

La gestione degli imprevisti

A breve disponibile anche tramite podcast . Come allenare l’attenzione e la capacità di portare a termine il compito prefissato anche in situazioni avverse, ovvero quando si verificano eventi inaspettati? Proviamo a farlo all’interno del laboratorio di Logoteatroterapia. La disciplina, come esplicitato più volte, utilizza elementi e tecniche teatrali con il solo scopo di migliorare la qualità della vita di coloro che vi partecipano, agendo su aspetti fondamentali quali l’autoregolazione, l’organizzazione spazio-temporale, le Funzioni Esecutive, il linguaggio congruo e contestuale e molto altro ancora. Vediamo adesso insieme uno di questi aspetti. Venerdì mattina. Uno dei ragazzi impegnati nella realizzazione della prossima performance, si ritrova a far le prove da solo. Paolo (nome di fantasia) è un adolescente affetto da disabilità cognitiva e lieve goffaggine motoria. A volte è preda di alcune rigidità comportamentali, altre volte non decodifica velocemente il contesto, in successiv

Laboratorio estivo con Claudia Fusari a Foligno

Due spettacoli di Logoteatroterapia a giugno e luglio

Il gioco simbolico

A breve disponibile anche tramite podcast . Innumerevoli studi sono concordi nell’intendere il gioco simbolico come l’utilizzo di oggetti o simboli per rappresentare altro, e che questa tipologia di gioco sia di fondamentale importanza per lo sviluppo cognitivo, la flessibilità e la creatività. Gli studi del celeberrimo psicologo Piaget hanno portato alla nostra conoscenza il fatto che il gioco simbolico compare tra i due e i sette anni: in questo arco di tempo il/la bambino/a riesce ad affinare la propria capacità di astrazione e di immaginazione di oggetti, situazioni e persone che non sono presenti. Ecco che ci viene in aiuto il laboratorio di logoteatroterapia, il quale ha tra i suoi scopi l’approfondimento e anche il consolidamento di tale competenza in tutti quei bambini e ragazzi che ancora non l’hanno armoniosamente sviluppata. Riccardo (nome di fantasia) è un bambino di 9 anni affetto dal Disturbo dello Spettro Autistico. Sempre allegro e simpatico, è spesso fuori contesto, p