Passa ai contenuti principali

Logoteatroterapia e attenzione divisa

Disponibile anche tramite podcast.

Un lunedì pomeriggio mi trovo a lavorare con un gruppo di sei adulti affetti da disabilità intellettiva in comorbidità con altre patologie. Stiamo allestendo lo spettacolo, i sei hanno memorizzato ciascuno le proprie battute e nella ripetizione del copione a tavolino sono andati abbastanza bene. Ma una volta all’interno dello spazio scenico, laddove sia necessario integrare il contenuto verbale con lo spazio, le azioni, gli oggetti, la gestualità e la postura, il compito inizia a farsi davvero arduo. Pertanto la sicurezza di alcuni di

Cecilia Moreschi
loro inizia a vacillare e, per ritrovare una metaforica àncora alla quale aggrapparsi, tengono lo sguardo fisso su di me, aspettandosi piccoli aiuti gestuali o la prima parola della battuta. Basta un attimo e il minuscolo suggerimento che fornisco loro è più che sufficiente a riportare alla memoria l’intera frase e le eventuali azioni. Ma come fare quando continuano a mantenere il contatto oculare con la sottoscritta e non con il compagno attore in scena?
Nell’ora successiva pianifico velocemente un’attività atta a lavorare proprio sull’attenzione divisa, una delle Funzioni Esecutive, ovvero la capacità di concentrarsi su due compiti contemporaneamente. Due degli attori/attrici si pongono di fronte e richiedo loro di mantenere il contatto oculare per tutto il tempo del piccolo dialogo che tra poco andranno a interpretare. Io suggerisco una battuta alla prima attrice, che ascolta le mie parole ma non deve assolutamente rivolgere lo sguardo su di me. Appena ascoltate le deve ripetere (e così lavoriamo anche su attenzione uditiva e memoria a breve termine) rivolgendole all’attore che le sta di fronte, il quale reciterà solo dopo aver ascoltato una delle mie colleghe suggerirgli la risposta adeguata (e qui lavoriamo anche sulla gestione dei tempi di attesa).
Qualcuno continua a guardare la fonte dell’informazione, qualcun altro non aspetta il suggerimento, altri ancora cambiano il contenuto della battuta o fissano insistentemente le scarpe del proprio interlocutore, ma dopo un po’ di tempo e tante risate, (in grado di sdrammatizzare le difficoltà e mettere i ragazzi a proprio agio) in un clima di leggerezza e divertimento, ciascuno riesce nell’intento: ascoltare un messaggio verbale, guardare non la fonte dell’informazione, utilizzare la working memory, ripetere senza tralasciare alcun elemento.  
Quante abilità stimolate in così pochi minuti, non è così?

Commenti