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Logoteatroterapia alla Cooperativa Ellelle di Foligno

Claudia Fusari è una bravissima logopedista di Foligno. Durante la frequenza del corso di Logoteatroterapia per professionisti ha portato avanti un laboratorio con i giovani ospiti della Cooperativa Ellelle con grande passione, dedizione e professionalità. Riuscendo a trasformare le problematiche in punti di forza, e a superare una serie di ostacoli lungo il percorso, Fusari ha ottenuto enormi risultati, stimolando e potenziando una molteplicità di nuovi apprendimenti nei suoi ragazzi. Ci racconta la sua esperienza:

I ragazzi con cui ho avuto il piacere di condividere cinque mesi di laboratorio di logoteatroterapia formavano insieme un gruppo molto eterogeneo, sia per la loro età che per le loro caratteristiche.
Ognuno aveva il suo modo di comunicare, non sempre verbale a causa di quadri clinici complessi. Ognuno aveva il suo modo di manifestare le proprie emozioni: qualcuno parlando a dismisura, spesso passando da un argomento all’altro senza nemmeno rendersene conto, qualcun altro rimanendo in disparte, chiudendosi di fronte a cose nuove e sconosciute.
All’inizio è stato difficile trovare un approccio che fosse adeguato a ciascuno di loro, che potesse coinvolgerli tutti e renderli partecipi, divertendosi. Da conduttrice ho vissuto momenti di sconforto: è capitato spesso, infatti, che durante i primi incontri le mie proposte venissero difficilmente comprese, che le difficoltà attentive dei ragazzi ostacolassero un clima di ascolto e concentrazione di gruppo. Tali aspetti a fine giornata mi portavano spesso a momenti di riflessione su come poter trovare la giusta chiave per far sì che il laboratorio fosse prezioso per ciascuno.
Questa complessa esperienza di laboratorio si è pertanto, pian piano, rivelata una conferma della potenza della Logoteatroterapia, intesa come

sopraffino momento ed occasione di contatto, non solo o subito con l’altro, ma anche con se stessi, con il proprio corpo, con il proprio sentire. Quante volte ciò che abbiamo a portata di mano quotidianamente viene dato per scontato?
Mi sono resa conto che i ragazzi facevano fatica a prendere e mantenere una posizione nello spazio, ma anche a percepire le loro braccia, a controllarne la rigidità ed il grado di rilassamento, ad alternarle nel movimento e a stimolare l’azione dei neuroni specchio, nel momento in cui lavoravamo sul fingere di essere delle marionette (e tante altre cose ancora).
Con loro ho rimesso a fuoco la consapevolezza di quanto sia complesso e allo stesso tempo meraviglioso comunicare. Non con la parola, col linguaggio verbale. Esistono numerosi elementi che vengono ancor prima e che potremmo chiamare i prerequisiti della comunicazione: l’uso dello sguardo, il contatto oculare, la contingenza di una risposta verbale e non, la capacità di fermarsi e lasciare spazio all’altro o, al contrario, la possibilità di prendersi il proprio di spazio all’interno di una conversazione.  
Ecco, di fronte a questo, ancora una volta la Logoteatroterapia sussurra: “ci sono io, fidati!”. È proprio con questo strumento che, con pazienza e fiducia, giorno dopo giorno, ho visto i ragazzi fare dei piccoli progressi, nella maniera più spontanea e semplice, attraverso il gioco e l’uso del corpo nello spazio.
Il giorno conclusivo del laboratorio ho rincontrato i ragazzi per salutarli e per condividere con altri compagni della Cooperativa ciò che era stato fatto insieme nel corso dei mesi passati.  
Ho aspettato che il nostro pubblico si sedesse per poi coinvolgere i miei ragazzi, cercando di portarli con la mente ed il corpo sul nostro lavoro delle settimane addietro. Mi hanno seguita eliminando i distrattori e gestendo l’ansia di trovarsi di fronte a un piccolo pubblico, e abbiamo iniziato a camminare nello spazio così come facevamo nelle nostre giornate di laboratorio. È stato bello constatare come il corpo ricordi tutto: i loro corpi e la loro creatività si sono riattivati in una manciata di secondi. I ragazzi hanno iniziato a proporre le loro camminate preferite e le hanno riprodotte insieme nello spazio, coinvolgendo i compagni che erano venuti a vederli. È stato divertente, infine, improvvisarsi insieme in una nuova camminata venuta in mente ad uno dei ragazzi: quella della balena!
La giornata si è conclusa con delle brevi improvvisazioni nelle quali ciascuno ha riprodotto un’azione di un ambiente immaginario, entrando ed uscendo dallo spazio scenico in autonomia. È stato un enorme successo per me vederli in grado di mettere in scena questa loro piccola/grande conquista, dopo il lungo lavoro fatto insieme. La tensione trovata all’inizio della giornata era svanita, lasciando spazio ad un clima di amicizia e condivisione, coronato da una bella merenda di gruppo.
Gli occhi ridenti e la gioia per l’applauso finale che ho visto in ciascuno dei miei ragazzi, mi hanno ripagata ogni fatica e difficoltà, facendomi percepire ancora una volta la magia della Logoteatroterapia, che con estrema semplicità gioca con le fragilità e i punti di forza di ciascuno, per farle splendere in un clima di divertimento e condivisione.

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