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Come acquisire consapevolezza

A breve disponibile anche tramite podcast.

Continuo a sorprendermi dei piccoli o grandi risultati che bambini e ragazzi mi rimandano nei giorni successivi alla messinscena dello spettacolo finale, per il quale hanno lavorato con grande impegno, passione, entusiasmo e perché no, anche un pizzico di fatica. Del resto non si ottengono grandi risultati senza sforzo.
La protagonista della performance Il Malato, Arlecchino e l’Ispettore dalla Locandiera è una splendida fanciulla affetta da alcune problematiche uditive e pragmatiche. Nel corso degli ultimi anni ha sempre partecipato al laboratorio di Logoteatroterapia, scoprendo che recitare le piace tantissimo e che sul palco riesce finalmente a sentirsi bene, sicura di sé, perfettamente a proprio agio. Ha migliorato una grande quantità di aspetti, sia tecnici che emotivo-relazionali, eppure la scorsa settimana mi ha raccontato una cosa che ancora una volta mi ha reso felice e orgogliosa di lei.
Nei giorni successivi allo spettacolo ha dovuto affrontare un esame nel quale ha esposto i propri studi di fronte ad alcuni docenti. E mentre mi narra le domande che le hanno posto e gli argomenti affrontati, si fa strada in lei una nuova consapevolezza. Mi confida di non essere pienamente soddisfatta del proprio eloquio in alcuni momenti; di essersi accorta di aver perso il filo del discorso o aver fatto troppe pause. È invece ben più appagata della seconda parte dell’esame, nella quale ha percepito la propria sicurezza e conseguente chiarezza espositiva.
Le rimando quanto sia importante aver sviluppato questo “occhio interiore” che le consente di operare un’analisi sulle sue prestazioni, per poterle affinare sempre più. Soltanto la consapevolezza di noi stessi e di come agiamo nella società ci porta a essere sempre più efficaci nella comunicazione e nelle relazioni.
Il lungo lavoro che abbiamo svolto insieme per la preparazione dei suoi numerosi monologhi e dialoghi con gli altri attori, non ha avuto pertanto solo il merito di esercitare le sue competenze mnemoniche, prosodiche, ritmiche, vocali ed espressive. In seconda istanza, senza che nessuna di noi due ci avesse posto troppa attenzione, ha fatto sì che la mia giovane attrice iniziasse finalmente a percepirsi internamente sempre più e sempre meglio. Questa consapevolezza raggiunta, ora non la abbandonerà più e di certo sarà uno degli ingredienti che miglioreranno la qualità della sua vita. Quanti adulti e professionisti, purtroppo, non arrivano mai a sviluppare tale importantissima consapevolezza e perdono tempo ed energie in inutili giri di parole, in frasi senza capo né coda o nel pronunciare quel che hanno da dire con tono monocorde che presto o tardi annoia enormemente il loro uditorio. Ma non è troppo tardi neppure per loro: basterebbe un pizzico di coraggio, di messa in discussione, di desiderio di migliorarsi e perché no, anche divertirsi.
In una parola, basterebbe iniziare a fare teatro.

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