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Attenzione selettiva

Mi ritrovo a parlare della Logoteatroterapia con un’amica e collega. Siamo a pranzo in un locale affollato da gente allegra e chiassosa, e il volume delle voci degli avventori disturberebbe la conversazione di chiunque. Ma non noi. Siamo talmente prese dal nostro dialogo, da rimanere completamente concentrate, quasi senza sforzo, riuscendo a non perdere una parola l’una dell’altra.
Cecilia Moreschi
Senza farci caso, abbiamo entrambe attivato la cosiddetta attenzione selettiva. Difatti, come spesso accade nella mente di un atleta nell’atto di svolgere una prestazione particolarmente lucida e concentrata a dispetto della folla urlante, terminiamo la nostra conversazione senza sforzo apparente.
Naturalmente tutto ciò sarebbe stato assai difficile per un bambino o un ragazzo affetto da ADHD, nonché dal disturbo dell’attenzione o ansia. Pertanto, come potrebbe intervenire la logoteatroterapia in questo caso? Per esempio utilizzando un celeberrimo gioco tipico del laboratorio teatrale per “allenare” l’attenzione uditiva selettiva, e cioè il muro di parole.
Nella fattispecie due attori si dispongono uno di fronte all’altro ad almeno tre/quattro metri di distanza. In mezzo a loro, gli altri partecipanti al laboratorio formano una fila, la quale impedirà il contatto oculare dei primi due. Non solo, il “muro” formato dagli altri ragazzi, inizierà a chiacchierare dei più vari argomenti. Ma nello stesso momento, i due devono intavolare una conversazione sulla quale restare concentrati il più a lungo possibile, fatta di domande e risposte. Terminato l’esercizio, ritrovata la calma e il riposo, potremo poi chiedere ai due giovani attori cosa ricordano del dialogo testé sostenuto. Se riusciranno a ricordare almeno il 50% o più delle frasi scambiate, il gioco sarà perfettamente riuscito.

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