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Visualizzazione dei post con l'etichetta logoteatroterapia

Come gestire rabbia e oppositività con il teatro

Disponibile a breve anche tramite podcast . Alcuni anni fa. Matteo, nome di fantasia, mi viene segnalato da una collega e inviato a lavorare con me in un percorso di logoteatroterapia. Il ragazzino frequenta la prima classe della scuola primaria di secondo grado e sulla carta è affetto da DSA. In realtà, come spesso accade, non è quella la sua problematica più importante. Una grande carica di rabbia che spesso si tramuta in oppositività, alberga dentro di lui e sembra tenerlo in scacco, rendendolo un preadolescente ombroso, sfuggente, di pochissime parole e ancor meno interazioni sociali. “Costretto” a partecipare al mio laboratorio non perde occasione per dichiarare che non gli interessa e che trova del tutto inutile il mio intervento. Tento in tutti i modi di stabilire una relazione con lui ma è davvero faticoso dialogare con questo ragazzino che alza le spalle e gli occhi al cielo a qualsivoglia domanda o espressione gentile.  Le settimane passano, le attività si susseguono. Qu...

Dietro il sorriso cosa si nasconde

A breve disponibile anche tramite podcast . Incontro Carlotta (nome di fantasia) esattamente un anno fa. È una bella ragazza di 17 anni, con i capelli castani sempre legati in una coda di cavallo e un sorriso travolgente. Dietro gli occhiali fa capolino uno sguardo luminoso che si posa su di me, e sembra voler dire tante cose. Purtroppo però la lesione cerebrale che l’ha colpita da bambina, a seguito di un infortunio, ha del tutto ridotto la sua capacità di elaborazione verbale, di iniziare un discorso, di fare una domanda e così via. Risponde alle mie domande, sì. Sorride alle battute scherzose, certo. Comprende tutto quel che le dico, sicuro. Ma l’iniziativa verbale è del tutto compromessa. Eppure… La mamma mi chiede di inserirla nel laboratorio di Logoteatroterapia per adolescenti che conduco con Gallassi, la mia collega logopedista. La ragazza non ha molte amiche e pochissimi momenti di interazione sociale, oltre alla scuola. Inizia a partecipare al nostro corso tutte le settimane...

Laboratorio: nuovi appuntamenti con Cantine Teatrali

 

Dal Covid alla speranza - Spettacolo teatrale Nella tana di Alice

Venerdì 18 giugno nella splendida cornice della libreria Eli, è andato in scena lo spettacolo Nella tana di Alice – dal Covid alla speranza , scritto e recitato dai giovanissimi allievi del laboratorio di Logoteatroterapia. I dieci meravigliosi ragazzi, di età compresa fra 11 e 16 anni, superando difficoltà quali il dover portare la mascherina, rispettare il distanziamento, sostenere gli esami di terza media, hanno mostrato a un pubblico selezionato tutto il loro talento e veicolato un importante messaggio: proprio in una situazione così pesante come quella che stiamo vivendo, la cultura ci viene in soccorso portandoci “fuori” da noi stessi, aiutandoci a viaggiare con la mente e il cuore. E la condivisione, il racconto dell’esperienza fatta, rende il tutto ancora più prezioso. Ma andiamo per ordine. Lo scorso 22 gennaio inizia il laboratorio di Logoteatroterapia presso l’ampio spazio della libreria Eli a Roma. La logopedista Paola Gallassi mi affianca con il suo prezioso supporto in q...

Sguardo azione e linguaggio

In uno dei laboratori di Logoteatroterapia ho proposto questo esercizio ai miei giovani allievi. Siamo seduti a terra in cerchio. Io ho la palla, scelgo uno dei ragazzi con il quale mantenere il contatto oculare ma lancio la palla a un altro. Divido così orientamento e direzione, mantenendo l’attenzione su entrambe le azioni (guardare e lanciare) nel medesimo tempo. Alcuni dei partecipanti sono affetti da iperattività, disturbo dell’attenzione; eppure dopo qualche minuto, riescono agevolmente a lavorare su questi aspetti. Quindi provo ad alzare il tiro e aggiungo il linguaggio. Uno di coloro che non guardo mi deve fare una domanda, alla quale devo rispondere quando inizio a lanciare la palla, mantenendo sempre lo sguardo sulla persona prescelta per tutta la durata dell’azione. La concentrazione quindi deve per forza aumentare, trovandosi a gestire insieme tre elementi distinti ma contemporanei: il mantenimento del contatto oculare, l’aspetto verbale (ascolto, comprensione della domand...

Laboratorio di Logoteatroterapia: i bambini e il loro vissuto

I bambini o ragazzi che partecipano al laboratorio di logoteatroterapia sono generalmente affetti da una o più difficoltà dell’area del linguaggio e della comunicazione. Eppure spesso accade che tale difficoltà passi in secondo piano rispetto al disagio emotivo da essa provocato. Man mano che crescono, il più delle volte iniziano a percepire di non essere “all’altezza degli altri”, di non riuscire a eccellere in uno sport o negli apprendimenti scolastici, di non andare alla stessa velocità dei compagni e quindi avere sempre meno possibilità di farsi degli amici. Ed ecco che i nostri cominciano a chiudersi in se stessi sempre più, a diventare oppositivi, palesemente infelici o arrabbiati con il mondo. Le varie forme di terapia per lavorare esattamente sul loro disturbo sono assolutamente necessarie e vanno seguite con scrupolosa attenzione. Ma accanto a esse, la logoteatroterapia può intervenire esattamente sugli aspetti emotivi di quell’essere umano che manifesta un disagio interiore m...

Fare teatro la vigilia di Natale

È la vigilia di Natale. Un Natale strano, per certi versi claustrofobico. Un Natale in cui dovremo restare chiusi in casa perché potremmo essere veicolo di malattia per i nostri parenti, o loro per noi. Eppure è Natale, già. Di buon mattino ho un appuntamento zoom con alcuni dei miei giovanissimi allievi. L’unico lato positivo del condurre il laboratorio on line, è che almeno possiamo stare senza mascherine. E allora ecco apparire sullo schermo del mio pc i visetti assonnati ma anche eccitati per la notte che arriverà, gli occhietti vispi e sbarazzini, i pigiamini a quadretti rossi e blu, l’albero di Natale che si intravede in fondo alla stanza, gli addobbi e le lucine. Tutto parla del Natale. Perciò anche io propongo ai miei giovani attori un cambio di programma, e data la coincidenza dell’evento, uno scambio di regali. I partecipanti accettano entusiasti la proposta, pur non sapendo ancora di cosa si tratta. Sono affetti da sordità, ritardo di linguaggio, disabilità intellettiva, ...

Laboratorio teatrale su Zoom: la sciarpa

Conduco un laboratorio con adulti affetti da disabilità intellettiva e ipoacusia grazie alla piattaforma zoom. Davvero difficile fare giochi teatrali al computer, verissimo. Difficile, ma non impossibile. Iniziamo dunque! Dopo un piccolo riscaldamento che interessa viso, testa, spalle e arti superiori, ed è funzionale all’allentamento delle tensioni e a liberare la mente, passiamo al gioco vero e proprio. Avevo già informato i miei allievi che avrebbero dovuto venire muniti di una sciarpa ciascuno. Non appena mi mostrano soddisfatti le loro sciarpe, inizio io per prima a “trasformare” la mia in un altro oggetto: ripiegandola più volte, la uso come se fosse una bottiglia (svitando il tappo, inclinandola un poco e portandomela alle labbra). Tutti comprendono subito sia l’oggetto che l’azione che ho compiuto. Uno alla volta fa altrettanto, modificando la propria sciarpa così da farla diventare più compatta (ad esempio per farne un quadro) o allungandola al massimo per trasformarla in una ...

Il corpo parla – La direzione dello sguardo

Una delle prime cose che si impara nei corsi di teatro è che “il corpo parla”, ovvero comunica, anche senza dire neppure una parola. Tale concetto è anche una delle pietre fondanti della Logoteatroterapia. Trasmettere ai partecipanti che il loro corpo parla anche se non ne sono consapevoli. E stimola la “lettura” del corpo degli altri. Una mattina, lavorando con Elena e Ada (nomi di fantasia) ho proposto loro il gioco dell’associazione della frase alla posizione statica presa da me. Una di tali posizioni era formata dal corpo tutto teso, le braccia sollevate, i gomiti piegati e palmi aperti, bocca e occhi spalancati e sguardo verso il pavimento. Le ragazze hanno elaborato senza difficoltà frasi relative al fatto che avevo visto un topo. Io invece avevo pensato alla frase “oh mamma mia, l’ho rotto”, immaginando di aver lasciato cadere un vaso di vetro. Insieme abbiamo riflettuto sul fatto che tale posizione era adeguata a entrambi i concetti, ma quando una di loro affermò che poteva anc...

Teatroterapia in videochiamata: parliamo in balenese

La teatroterapia in streaming pone dei limiti oggettivi per i ragazzi audiolesi, soprattutto riguardo alla comprensione del messaggio verbale. Non abbiamo a disposizione il tono della voce, i messaggi non verbali che il corpo trasmette, la gestualità a sostegno di ciò che vorremmo comunicare. Inoltre, la voce spesso si blocca, arriva in ritardo, o il suono è spezzettato. Diventa perciò ancor più importante la corretta articolazione delle labbra e la lentezza nel pronunciare le parole. Ecco che la videochiamata ci ha permesso di mettere a fuoco una difficoltà evidenziandola ancor più che nella vita reale, dandoci la possibilità di esercitarci in merito. Dopo gli opportuni esercizi di coordinazione per bocca e lingua, passiamo a posizionare le labbra esagerando l’apertura, per enunciare le cinque vocali. Ovviamente, sono attività che abbiamo svolto spesso nei precedenti laboratori di logoteatroterapia ; tuttavia, la necessità di ripeterli in questo particolare periodo è naturalm...

Fare teatro a distanza: da narrazione a recitazione

I bambini che partecipano in streaming al laboratorio di logoteatroterapia hanno realizzato piccoli pupazzi, o burattini, con i rotoli terminati di carta igienica. I burattini raffigurano i personaggi delle storie su cui stavamo lavorando, e che loro stessi avrebbero interpretato a teatro, se non ci fosse stato il COVID-19 a mandare all’aria tutti i nostri piani. Ma non per questo il lavoro si ferma, semplicemente prende un’altra strada ed esercita nuove competenze. La realizzazione dei burattini ha messo in moto la creatività di ciascuno e la motricità fine, necessaria a incollare, ritagliare, colorare, aggiungere accessori. Inoltre i burattini si possono agevolmente muovere: il rotolo è cavo, quindi si possono infilare dentro le dita e fingere che il personaggio stia camminando o correndo. Ma il lavoro più interessante è stato la trasformazione della storia narrata a battute recitate. Ciascuno dei partecipanti conosce la propria storia molto bene, l’ha narrata più volte per fissarl...

Fare teatro in videochiamata streaming

In questo momento così delicato e difficile il laboratorio di Logoteatroterapia va avanti con l’unica modalità possibile: incontrare i bambini e ragazzi tramite video chiamate. Numerose sono le possibilità alla nostra portata, basta scegliere la migliore piattaforma per potersi incontrare, guardarsi negli occhi, sorridersi e tentare di proseguire il lavoro che stavamo portando avanti insieme. Di certo non è possibile compiere la maggior parte dei giochi e degli esercizi che abbiamo sempre fatto insieme, dal vivo. Ma questa nuova modalità di incontro ci fa inevitabilmente “abbandonare un po’ di zavorra” portandoci a focalizzare l’attenzione su obiettivi minimi ma indispensabili, per continuare a esercitare gli elementi necessari, imprescindibili della comunicazione. Innanzi tutto lavoriamo sul contatto oculare: parlandoci tramite lo schermo del pc dobbiamo per forza prolungare il contatto visivo con chi sta dall’altra parte. Di conseguenza vengono allungati i tempi attentiv...

Valore della lentezza nella Logoteatroterapia

In tutti i laboratori teatrali arriva il momento in cui occorre abbandonare i giochi, le esercitazioni, le esplorazioni e le improvvisazioni per concentrarsi sullo spettacolo da mettere in scena. Il laboratorio di logoteatroterapia non fa eccezione. Anzi, a differenza di altre validissime espressioni teatro terapeutiche, confida fermamente nella capacità di ogni essere umano di salire su un palco davanti al pubblico e trovare il coraggio di realizzare una performance, anche piccola o breve (ma chi può dire cosa sia piccolo o meno?). Eppure, come ho avuto modo di spiegare altre volte, la caratteristica della logoteatroterapia è la lentezza. Pertanto, ci prendiamo il lusso non solo di narrare la storia da mettere in scena ai giovani attori con molta calma, ma è consigliato fermarsi spesso per fare pause e consolidare ciò che si è raccontato sino a quel momento, per verificarne la comprensione, i personaggi, i passaggi e le concatenazioni causa-effetto. Ed ecco che il lavoro viene arri...

Azione astratta: inizio, svolgimento e fine

Qualche giorno fa, conduco un laboratorio di logoteatroterapia con un gruppo di 5 adulti, due uomini e tre donne, affetti da disabilità intellettiva in varie forme, unita a ipoacusia, disturbo d'ansia, disprassia e difficoltà linguistiche. Iniziamo con piccoli movimenti di scioglimento corporeo, che ciascuno deve ideare e proporre al gruppo. Proseguiamo con camminate buffe nello spazio, anche stavolta ideate da ognuno dei partecipanti. Resto felicemente sorpresa dal fatto che i miei attori, dopo alcuni mesi di laboratorio, abbiano autonomamente introiettato il concetto di azione astratta, l'inizio il suo svolgimento e soprattutto l'autoregolazione che determina la fine dell'azione, senza che alcun operatore debba intervenire per chiedere di terminare e passare il turno a chi viene dopo. Le varie entrate in scena, con svolgimento di quest’ultima e conseguente uscita al suo temine hanno di certo contribuito alla consapevolezza di inizio, svolgimento e fine, in...

Tutti in posa: facciamo una foto

Laboratorio. Cinque bambini di nove anni affetti da ipoacusia, disabilità intellettiva, ritardo di linguaggio e iperattività, sono davvero meravigliosi. Ormai sanno perfettamente riempire adeguatamente lo spazio, camminare conservando le giuste distanze, fermarsi allo stop, attivare e mantenere il contatto oculare. Introduco quindi il concetto del numero: al segnale di stop, il gruppo dovrà formare dei sottogruppi con tanti partecipanti quant’è il numero suggerito dal conduttore. Dopo alcuni minuti, il sottogruppo dovrà anche prendere e mantenere per qualche secondo una qualsiasi posizione, nella quale i corpi entrino in contatto e comunichino tra di loro senza l’ausilio delle parole. Ed ecco che qui sorgono alcune difficoltà: mantenere una posizione espressiva per qualche secondo, inibendo sia l’azione verbale che quella motoria ma sostenendo il contatto oculare, comincia a essere troppo per i miei giovani attori. Qualcuno cambia posizione spesso, qualcun altro ridacchia o commenta...

Emozione nello spazio

Mi trovo a condurre un’attività di logoteatroterapia in un gruppo in cui è presente Cristina – nome fittizio - bambina di 9 anni. Affetta da ritardo di linguaggio e disturbo misto del linguaggio espressivo, con una bassa autostima, Cristina ha recuperato moltissimo e ora parla fluentemente, con un vocabolario abbastanza ricco e frasi complesse. Permane, tuttavia, una forte inibizione a prendersi il suo spazio, a fare delle scelte, a esprimere chiaramente i suoi desideri o ciò che non le piace. Inoltre mostra grandi difficoltà non solo a interpretare le emozioni, a causa anche di una leggera ipotonia dei muscoli facciali, ma anche a riconoscerle laddove le veda espresse nel viso e nella postura di chi le sta accanto. Propongo quindi alcuni giochi propri del laboratorio di logoteatroterapia. Iniziamo con macro movimenti nello spazio, in cui tutto il corpo scioglie le contratture muscolari, respira profondamente, e comincia a giocare e divertirsi, immaginando di aver preso la scossa o di...

Nello studio del dottore

Martedì pomeriggio. Laboratorio con bambini di quarta e quinta elementare affetti da DSA , lieve inibizione motoria e verbale, disorganizzazione spazio-temporale, autismo. I primi sono molto attaccati al concreto, a volte mostrano timidezza, riescono a comunicare con frasi spesso ridotte al minimo, faticano a utilizzare fantasia e creatività. Il bambino affetto da autismo, al contrario, oltre a non sostenere quasi mai il contatto oculare, spesso si perde nei suoi pensieri, inizia discorsi lunghi e complessi ma non contestuali, necessita di essere riportato al “qui e ora” numerose volte. Molto bene, il laboratorio teatrale è proprio quello che fa per noi! Dopo qualche gioco in cui abbiamo esercitato il rispetto del turno, il rispetto dello spazio, l’espressività corporale e vocale, la creatività, chiedo ai bambini di realizzare un’improvvisazione insieme a me. Ne sono entusiasti, a tutti loro piace recitare, ritrovandosi in personaggi diversi da se stessi, ai quali è concess...

Gli oggetti il corpo e il linguaggio

Come ci insegna il Metodo Verbo Tonale *, tutto il corpo partecipa attivamente alla corretta acquisizione di fonemi, necessari per la formazione di parole e quindi di frasi. Percepisce il suono e supporta enormemente gli organi fonatori al momento della riproduzione. Partecipa attivamente all’atto comunicativo, al linguaggio. Inoltre, ci offre molte informazioni laddove ci sia una caduta proprio in questo aspetto. Un giovedì mattina conduco un laboratorio con bambini di seconda elementare. Tra loro, una bimba bellissima ha già fatto con enormi successi un percorso di logopedia, che l’ha aiutata a superare il ritardo di linguaggio dal quale era affetta. Ora si esprime molto bene, anche se talvolta permane un leggero sovraffollamento di fonemi, specialmente in frasi lunghe o appena più complesse di quella minima. Propongo il gioco delle trasformazioni dell’oggetto. Abbiamo in mano una penna e possiamo tramutarla in tutto ciò che vogliamo, grazie a piccole azioni sceniche. I bambini acc...

La tristezza e il formaggio

Giorni fa conduco un laboratorio con sette bambini di età prescolare, affetti da ipoacusia, ritardo di linguaggio, ritardo generalizzato dello sviluppo. Dopo aver giocato per qualche minuto, divido lo spazio scenico - in cui si agisce, si recita - dallo spazio in cui c'è il pubblico, dal quale si guarda. Per agganciare ciò che stiamo facendo al loro vissuto, chiedo se qualche volta sono stati a teatro, in platea, ma tutti rispondono negativamente. Magari al cinema? Sì, certo, al cinema sì! Alcuni occhietti si illuminano e si affaccia alla memoria di qualcuno l'esperienza vissuta con la mamma o il papà, a vedere Toy Story 4, per esempio. Benissimo - continuo - nello stesso modo in cui al cinema siamo tutti seduti vicini per guardare lo schermo dove il film viene proiettato, anche a teatro gli spettatori sono seduti uno accanto all'altro, orientati verso il palco, pronti ad assistere allo spettacolo. Oggi noi saremo sia il pubblico che guarda che gli attori che recitano....

Laboratorio di un lunedì pomeriggio

Laboratorio con cinque adulti, affetti da disabilità intellettiva, ipoacusia, lieve goffaggine motoria, disturbo misto del linguaggio e della comprensione. Per stimolare e prolungare il contatto oculare di coloro il cui sguardo spesso vaga nella stanza, l'attenzione e l'intelligibilità dell'eloquio di chi è affetto da un sovraffollamento dello stesso, e l'attenzione uditiva e la comprensione di ciascuno, invento un semplice esercizio. Sistemo cinque sedie al centro della stanza, disposte un po’ a zig zag in modo che ognuno possa guardare sia chi gli sta di fronte spostato a destra, sia colui che è nella stessa posizione ma leggermente a sinistra. Quindi invito i ragazzi a prendere posto. Colui che è seduto sulla prima delle cinque sedie deve ideare una frase e dirla a chi gli sta di fronte guardandolo negli occhi. Costui mette in moto la memoria uditiva a breve termine per ripeterla al terzo in diagonale. Quest’ultimo fa lo stesso e la passa al quarto, che poi la dov...