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Esercizi per il DSA: alzati dalla sedia

Spesso accade che ragazzi affetti da DSA sviluppino anche un’eccessiva ansia da prestazione che, unita alla bassa autostima, li porta ad abbandonare troppo presto qualsivoglia compito debbano portare a termine, convinti che se non riescono al primo tentativo allora è inutile insistere, tanto non si riuscirà più.
In che modo la Logoteatroterapia può fargli vivere un’esperienza diversa, in grado di modificare almeno in parte questo atteggiamento? I giochi e gli esercizi sono molti, ma quello della scorsa settimana mi è sembrato particolarmente significativo.
I tre che partecipano al laboratorio, sono invitati a recitare in una bravissima improvvisazione, che abbiamo chiamato Alzati dalla sedia. Un amico è seduto su una sedia e il protagonista della scena deve convincerlo ad alzarsi per potersene appropriare. Naturalmente il primo non ha alcuna voglia di lasciare la comodità nella quale si trova, e non si lascerà convincere troppo facilmente. Cominciamo a recitare. Mi accorgo ben presto che i nostri tre ragazzi (che affrontano l’improvvisazione uno alla volta) iniziano a dire qualcosa senza troppa convinzione, poi cambiano argomento, poi mi guardano sconsolati e una di loro apre le braccia

Cecilia Moreschi
come a dire che proprio non riesce. Li fermo, li invito a riflettere. Analizziamo ogni motivazione che avevano messo in campo per convincere il “comodone” ad alzarsi: sono tutte valide. Allora qual è il problema? Che non ci hanno creduto fino in fondo, le hanno abbandonate troppo in fretta. Li invito quindi a scegliere una sola strada, ma seguitare su quella, insistendo finché l’amico seduto si convincerà. Ecco quindi l’offerta di denaro: “Se ti alzi, ti do 50 euro”. Non funziona? Non cambiare strategia, offrigliene 100! Vedrai che a quel punto si alzerà. Oppure: “Alzati presto, che hai lasciato il fuoco acceso sotto il sugo!”. Non si alza? Insisti, digli che sta bruciando tutto, che le fiamme arrivano al soffitto, che bisogna chiamare i pompieri… e via di questo passo.
I nostri riflettono, si rilassano, ricominciano. E, cosa più importante di tutte, riescono nel loro intento, fanno alzare l’amico dalla sedia. Finalmente possono sorridere, accomodarsi e godere del meritato riposo.

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