Disponibile a breve anche tramite podcast . Non so quante volte l’ho veduto accadere: un bambino che si pone come agente terapeutico di un altro ed è enormemente più efficace di tutti i terapisti adulti presenti nella stessa stanza. Ma andiamo per ordine. Un pomeriggio al laboratorio di logoteatroterapia lavoro con quattro bambini di sette/otto anni. Uno di loro, che chiameremo Giulio, è affetto da numerose difficoltà di varia natura: linguistiche, mnemoniche, prassiche e motorie. Unisce a esse una simpatia travolgente che lo porta a essere sempre attivo, ma ben poco attento e alla continua ricerca di nuovi stimoli e nuove cose da fare. A tutti i piccoli di quel giorno piace enormemente il gioco della Marionetta che cade in 10 tempi che ho dettagliatamente descritto nel volume dedicato alla Logoteatroterapia. Ma Giulio fa un’enorme confusione. Anticipa o non segue le consegne, utilizza entrambi gli arti perché ancora mostra difficoltà a inibire il movimento di uno di essi, unisce coll...
Di Cecilia Moreschi