Passa ai contenuti principali

Voce Linguaggio Prosodia

Disponibile a breve anche tramite podcast.

La voce, che strumento meraviglioso. Potentissimo, duttile, armonioso e gracchiante, dolce e crudele, la voce è una parte fondamentale dell’essere umano, dai primi istanti della sua nascita fino all’ultimo respiro. Essa cambia con il nostro corpo, diviene con la crescita più forte e profonda, mentre negli ultimi anni acquista accenti più deboli e incerti. Ciascuno di noi possiede una voce diversa dagli altri. È unica, un po’ come le impronte digitali e anche per questo è libera espressione di ogni singolo essere umano. Come afferma il linguista Federico Albano Leoni nel volume Voce, il corpo del linguaggio “...la voce è innanzitutto una manifestazione primordiale e non intenzionale del nostro essere in vita: la sua sostanza è il respiro grazie al quale viviamo; è l’annuncio del nostro ingresso nel mondo, è l’espressione naturale e spontanea del dolore, della paura, della sorpresa, del disgusto; è un riflesso della nostra interiorità e delle nostre pulsioni, è il segno certo della nostra irripetibile identità.” 
Eppure quanti di noi la utilizzano in maniera frettolosa e superficiale, non permettendole di esprimersi al meglio delle sue potenzialità e soprattutto senza avere la consapevolezza di quanto la voce sia uno dei nostri alleati più potenti nella manifestazione dei nostri pensieri e della nostra sfera emotiva. Tanti, non soltanto coloro che appartengono all’area delle neurodivergenze, mantengono un tono monocorde che è sostanzialmente sempre lo stesso anche in situazioni diversissime tra loro, senza considerare il fatto che ampliare il ritmo, il volume e soprattutto gli aspetti prosodici (ovvero l’intonazione e l’intensità) veicolerebbe enormemente meglio il messaggio che intendiamo comunicare e aiuterebbe l’interlocutore a comprenderlo in maniera più completa e profonda.
Ecco quindi un’attività semplicissima, da poter effettuare anche con la famiglia riunita a cena, con una classe di bambini e ragazzi o un gruppo di amici. Il conduttore dispone tutti in cerchio e inizia per primo pronunciando una parola o una frase con una determinata intonazione; l’amico accanto dovrà imitare pedissequamente ciò che ha udito, come farà la persona che segue e così via. Mentre si dipana il giro degli interventi vocali, il conduttore pronuncerà il nome di uno dei partecipanti; questi, una volta giunto il suo turno, modificherà la prosodia della parola cambiandone l’espressività. Il giro prosegue finché il conduttore non chiamerà un terzo partecipante che a sua volta modificherà nuovamente la prosodia e così via. 
I neuroni specchio eco permetteranno l’imitazione delle abilità espressive vocali, stimolando gli astanti a sperimentare prosodie magari mai provate in precedenza. L’attenzione sostenuta consentirà di proseguire il giro di voci tenendo a mente chi deve cambiare prosodia. Il ritmo non deve né rallentare né velocizzare, e anch’esso contribuirà all’ampliamento dei tempi attentivi e di concentrazione. Ma la cosa più importante è che ciascuno percepirà e sperimenterà l’espressività vocale slegata da un qualsivoglia contesto, che in tal modo diverrà intenzionale e consapevole. 
Il corpo e la voce. Che strumenti meravigliosi ci ha donato la natura per permetterci di porci in relazione gli uni con gli altri.

Commenti