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Il bambino terapista degli altri e di se stesso

Disponibile a breve anche tramite podcast . Non so quante volte l’ho veduto accadere: un bambino che si pone come agente terapeutico di un altro ed è enormemente più efficace di tutti i terapisti adulti presenti nella stessa stanza. Ma andiamo per ordine. Un pomeriggio al laboratorio di logoteatroterapia lavoro con quattro bambini di sette/otto anni. Uno di loro, che chiameremo Giulio, è affetto da numerose difficoltà di varia natura: linguistiche, mnemoniche, prassiche e motorie. Unisce a esse una simpatia travolgente che lo porta a essere sempre attivo, ma ben poco attento e alla continua ricerca di nuovi stimoli e nuove cose da fare. A tutti i piccoli di quel giorno piace enormemente il gioco della Marionetta che cade in 10 tempi che ho dettagliatamente descritto nel volume dedicato alla Logoteatroterapia. Ma Giulio fa un’enorme confusione. Anticipa o non segue le consegne, utilizza entrambi gli arti perché ancora mostra difficoltà a inibire il movimento di uno di essi, unisce coll...
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Comunicazione efficace esempi a scuola

Disponibile a breve anche tramite podcast . Continuiamo a parlare di comunicazione efficace. Da fonti autorevoli ho avuto modo di appurare che gli allenatori di squadre giovanili di pallacanestro insegnano ai loro atleti che quando il playmaker passa la palla a uno dei compagni e questi non riesce a prenderla, la responsabilità è sempre e inequivocabilmente del primo giocatore e non del secondo. Ovvero di chi ha in mano il pallone e lo lancia, non di chi lo riceve. Trovo questo esempio perfetto anche per la comunicazione tra gli esseri umani, tra docenti e discenti, tra colleghi con differenti livelli di responsabilità, tra genitori e figli, e perfino tra amici. Mi vengono in mente brevissimi ma significativi episodi accaduti tra adulti relativi alla preparazione degli spettacoli in una scuola. Ad esempio, quello di una foto scelta frettolosamente e inviata alla persona che deve occuparsi di riprodurre l’immagine per la scenografia dello spettacolo di una classe. Nell’immagine vi è, a...

Come funziona il copione e la comunicazione tra adulti e ragazzi

Disponibile a breve anche tramite podcast . Riprendiamo il discorso della scorsa settimana su linguaggio, comprensione ed efficace comunicazione Un pomeriggio, al laboratorio di Logoteatroterapia, sto lavorando con un bambino affetto da ADHD che chiameremo Gianni. Stiamo provando la messinscena del nostro prossimo spettacolo e Gianni ha la prima entrata in scena. Freme per iniziare, non vede l’ora di pronunciare le battute che ricorda alla perfezione ma tralascia completamente le azioni sceniche che precedono il contenuto verbale. Ne approfitto quindi per lavorare sull’ascolto e la comprensione. Gli leggo la didascalia del copione nella quale ci sono le azioni che dovrebbe compiere (ovvero “Gianni entra in scena quatto quatto, si ferma al centro, si gira verso il pubblico e mette il dito indice sulla bocca, chiaro segno del fare silenzio”). Il bambino, appena sente “Gianni entra in scena” non riesce a impedirsi di trasformare in azione motoria la frase e sta per precipitarsi nello spa...

Come insegnare autocontrollo e concentrazione a teatro

Disponibile a breve anche tramite podcast . Ogni spettacolo realizzato con l’età evolutiva è un’imperdibile occasione sia dal punto di vista educativo e della crescita dei bambini ragazzi che come momento terapeutico per allenare specifiche abilità. A volte, condizioni avverse che obbligano il/la regista o il/la teatroterapista a determinate scelte sull’impianto scenico, si rivelano in seguito preziose opportunità per mettere a fuoco un aspetto o far emergere una specifica fragilità e poter operare su di essi. Alcuni anni or sono, quando ancora la pandemia obbligava tutti noi a restrizioni e accorgimenti, conduco un laboratorio di Logoteatroterapia con adolescenti assieme alla mia preziosa collaboratrice Paola Gallassi, logopedista. Lo spettacolo finale li vede tutti in scena contemporaneamente seduti a semicerchio nel fondo della sala che ci ospita. Uno o due alla volta si alzano dalle proprie sedie e vengono al centro a narrare o recitare il proprio pezzo, mentre gli altri devono re...

Disturbo dello Spettro Autistico e sistema mirror

Disponibile a breve anche tramite podcast . Rebecca, nome di fantasia come i seguenti, è una ragazzina di dodici anni affetta dal Disturbo dello Spettro Autistico. Solare, simpaticissima, a tratti effervescente, è spesso preda dei propri desideri e delle proprie pulsioni relazionali che la portano (a volte) a un eccesso di azioni sia fisiche che verbali nei confronti degli altri ragazzi del laboratorio di Logoteatroterapia. Non è difficile immaginarsi che anche a scuola accada la medesima cosa, e che non tutti possano apprezzare tale valanga di attenzioni nei propri confronti. Rebecca mostra infatti difficoltà nel comprendere i messaggi non verbali trasmessi dai corpi degli altri, che a volte si allontanano o hanno moti di fastidio. Quale migliore occasione dunque del nostro appuntamento settimanale per lavorare proprio su tale aspetto? Grazie alla rivoluzionaria scoperta dei neuroni specchio a opera di Giacomo Rizzolatti e del suo team, nonché delle innumerevoli sperimentazioni a ess...

Come gestire l’iperattività

Disponibile a breve anche tramite podcast . Un pomeriggio, con i ragazzi del laboratorio di Logoteatroterapia. Una di loro, che chiameremo Antonella come nome di fantasia, mostra continuamente un atteggiamento iperattivo verso le attività e i compagni. Salta da un argomento all’altro, si sofferma solo su una parte dei discorsi che ascolta e quindi spesso la sua risposta non è adeguata, parla con tutti ma ascolta ben poco ciascuno. È spesso allegra e risulta simpatica al gruppo, ma a uno sguardo più attento nei suoi confronti è evidente quanto spesso l’eloquio, il corpo e il pensiero vadano in tre direzioni differenti e possano dimostrarsi fonte di numerose difficoltà, più o meno grandi. Durante il percorso svolto grazie alle attività di Logoteatroterapia, Antonella ha decisamente allungato i tempi di attenzione e ridotto lo spazio conversazionale che tendeva sempre a occupare, a vantaggio dei suoi compagni e di ciò che anche loro desideravano raccontare. Quale non è la mia sorpresa qu...

Conoscere la direzione delle emozioni

Disponibile a breve anche tramite podcast . È quasi impossibile, come afferma Antonio Damasio e non solo lui, parlare o tentare di spiegare le emozioni senza tirare in ballo il corpo e cosa vi accade quando siamo preda di un determinato stato emotivo. Il corpo, la mente, le emozioni, i pensieri, sono aspetti indissolubilmente legati gli uni agli altri, come possiamo leggere nello straordinario volume L’errore di Cartesio del sunnominato neuroscienziato portoghese. Ma le emozioni possono avere anche una direzione, ovvero portare il corpo di chi le prova a muoversi nello spazio seguendo un determinato vettore? Certo che sì. Da numerosi anni lavoro con bambini, ragazzi e adulti affetti da più o meno gravi fragilità legate al linguaggio a tutto tondo, alla comunicazione e alla comprensione. Spesso mi sono ritrovata a dover modificare le modalità di approccio o di insegnamento in quanto non adeguate alle persone che stavano lavorando con me in quel preciso momento. Tentando di ampliare se...