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Gli oggetti il corpo e il linguaggio

Come ci insegna il Metodo Verbo Tonale*, tutto il corpo partecipa attivamente alla corretta acquisizione di fonemi, necessari per la formazione di parole e quindi di frasi. Percepisce il suono e supporta enormemente gli organi fonatori al momento della riproduzione. Partecipa attivamente all’atto comunicativo, al linguaggio. Inoltre, ci offre molte informazioni laddove ci sia una caduta proprio in questo aspetto.
Un giovedì mattina conduco un laboratorio con bambini di seconda elementare. Tra loro, una bimba bellissima ha già fatto con enormi successi un percorso di logopedia, che l’ha aiutata a superare il ritardo di linguaggio dal quale era affetta. Ora si esprime molto bene, anche se talvolta permane un leggero sovraffollamento di fonemi, specialmente in frasi lunghe o appena più complesse di quella minima.
Propongo il gioco delle trasformazioni dell’oggetto. Abbiamo in mano una penna e possiamo tramutarla in tutto ciò che vogliamo, grazie a piccole azioni sceniche. I bambini accolgono il gioco con entusiasmo e iniziano a pensare, per poi agire. Qualcuno usa la penna come se fosse il rossetto della mamma, qualcun altro come un cannocchiale, o un cucchiaio per la minestra e così via. La nostra piccola protagonista aspetta ansiosamente il suo turno, ha già avuto l’idea e non vede l’ora di metterla in pratica. Finalmente arriviamo a lei e l’azione che realizza
Cecilia Moreschi
coinvolge in realtà due oggetti: la penna nelle sue mani diviene prima una matita, poi una gomma da cancellare. Né la mia spiegazione, né l’aver visto i compagni trasformare in un solo oggetto - e non due - l’hanno resa cosciente del fatto che la sua idea coinvolgeva invece due oggetti distinti e separati. Con grande calma e delicatezza le faccio notare che gli oggetti scelti sono due ed è necessario che soffermi la sua attenzione su uno solo. La bimba comprende, ripete l’azione, è bravissima.
Tuttavia, mi trovo a riflettere su ciò che è appena accaduto: il corpo non mente, il corpo parla, il corpo comunica. Il suo ci ha fatto comprendere come ancora ci siano piccoli momenti di “sovraffollamento” non solo linguistico, che grazie al grande gioco del teatro, possiamo andare a sciogliere, a ordinare nel tempo e nello spazio, per una sua sempre migliore comunicazione col mondo che la circonda.

*Ideato negli anni ‘50 dal professor Petar Guberina.

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