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Il corpo parla – La direzione dello sguardo

Una delle prime cose che si impara nei corsi di teatro è che “il corpo parla”, ovvero comunica, anche senza dire neppure una parola. Tale concetto è anche una delle pietre fondanti della Logoteatroterapia. Trasmettere ai partecipanti che il loro corpo parla anche se non ne sono consapevoli. E stimola la “lettura” del corpo degli altri. Una mattina, lavorando con Elena e Ada (nomi di fantasia) ho proposto loro il gioco dell’associazione della frase alla posizione statica presa da me.

Cecilia Moreschi
Una di tali posizioni era formata dal corpo tutto teso, le braccia sollevate, i gomiti piegati e palmi aperti, bocca e occhi spalancati e sguardo verso il pavimento. Le ragazze hanno elaborato senza difficoltà frasi relative al fatto che avevo visto un topo. Io invece avevo pensato alla frase “oh mamma mia, l’ho rotto”, immaginando di aver lasciato cadere un vaso di vetro. Insieme abbiamo riflettuto sul fatto che tale posizione era adeguata a entrambi i concetti, ma quando una di loro affermò che poteva anche essere la posizione relativa a una sorpresa, come una festa a sorpresa, l’altra afferma di no. Sono d’accordo con quest’ultima, ma stimolo la loro osservazione a trovarne il motivo. Vediamo insieme: la posizione delle gambe andrebbe bene anche per l’emozione provata di fronte a una bella sorpresa? Sì. Quella del busto? Delle braccia? Andiamo avanti così scomponendo il corpo pezzetto per pezzetto, e finalmente arriviamo allo sguardo: io sto guardando a terra, qualcosa che c’è sul pavimento; se fossi di fronte a una bella sorpresa, non guarderei mai a terra! Ecco quindi che anche solo la direzione dello sguardo cambia radicalmente ciò che posso o non posso comunicare. Insieme alle mie giovani attrici abbiamo scoperto questa grande verità, e loro ne sono entusiaste. Come in una “caccia al tesoro” hanno scoperto da sole cosa e come il corpo parla.

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