Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta consigli

Come gestire rabbia e oppositività con il teatro

Disponibile a breve anche tramite podcast . Alcuni anni fa. Matteo, nome di fantasia, mi viene segnalato da una collega e inviato a lavorare con me in un percorso di logoteatroterapia. Il ragazzino frequenta la prima classe della scuola primaria di secondo grado e sulla carta è affetto da DSA. In realtà, come spesso accade, non è quella la sua problematica più importante. Una grande carica di rabbia che spesso si tramuta in oppositività, alberga dentro di lui e sembra tenerlo in scacco, rendendolo un preadolescente ombroso, sfuggente, di pochissime parole e ancor meno interazioni sociali. “Costretto” a partecipare al mio laboratorio non perde occasione per dichiarare che non gli interessa e che trova del tutto inutile il mio intervento. Tento in tutti i modi di stabilire una relazione con lui ma è davvero faticoso dialogare con questo ragazzino che alza le spalle e gli occhi al cielo a qualsivoglia domanda o espressione gentile.  Le settimane passano, le attività si susseguono. Qu...

Logoteatroterapia la sordità e il poliziotto

Disponibile a breve anche tramite podcast . Silvia, nome di fantasia, è una ragazza di ventidue anni di origine straniera e affetta da sordità. Di grande e vivace intelligenza, è perfettamente in grado di orientarsi in una enorme città caotica, di provvedere a se stessa e portare a termine i percorsi di studi che ha man mano seguito negli anni, ma l’importante difficoltà uditiva con la quale convive fa sì che la ragazza si affidi moltissimo alle abilità visive per comprendere contesto e messaggi altrui, e a quelle motorie e mimiche per produrre le rispettive risposte. Nel laboratorio di logoteatroterapia pertanto, tra le altre cose, lavoriamo esattamente sulla produzione fràstica del linguaggio diretto, ovvero delle battute pronunciate da determinati personaggi a seconda delle situazioni nelle quali si trovano e delle emozioni che provano. Silvia oggi sceglie di interpretare la parte del poliziotto e affida a me quella del ladro. L’emozione richiesta è la rabbia e non è affatto diffic...

Comunicazione efficace esempi a scuola

Disponibile a breve anche tramite podcast . Continuiamo a parlare di comunicazione efficace. Da fonti autorevoli ho avuto modo di appurare che gli allenatori di squadre giovanili di pallacanestro insegnano ai loro atleti che quando il playmaker passa la palla a uno dei compagni e questi non riesce a prenderla, la responsabilità è sempre e inequivocabilmente del primo giocatore e non del secondo. Ovvero di chi ha in mano il pallone e lo lancia, non di chi lo riceve. Trovo questo esempio perfetto anche per la comunicazione tra gli esseri umani, tra docenti e discenti, tra colleghi con differenti livelli di responsabilità, tra genitori e figli, e perfino tra amici. Mi vengono in mente brevissimi ma significativi episodi accaduti tra adulti relativi alla preparazione degli spettacoli in una scuola. Ad esempio, quello di una foto scelta frettolosamente e inviata alla persona che deve occuparsi di riprodurre l’immagine per la scenografia dello spettacolo di una classe. Nell’immagine vi è, a...

Il teatro che aiuta i genitori a crescere

Disponibile a breve anche tramite podcast . Ultimamente ho avuto la possibilità di leggere il prezioso volume di Asha Phillips I no che aiutano a crescere . Il saggio proviene dall’eminente esperienza concreta e potremmo dire quotidiana dell’autrice in veste di psicologa familiare con centinaia di neonati, bambini, adolescenti e le loro famiglie, intrappolati nelle più varie difficoltà. Tra i numerosissimi preziosi suggerimenti, uno ha particolarmente colpito la mia attenzione. Il fatto che, data la difficoltà di convivere con ragazzi affetti da importanti patologie, i genitori nel corso degli anni, abbassino sempre più le richieste, arrivando a sostituirsi ai loro figli in quasi tutto, nella convinzione (che si radica giorno per giorno senza a volte neppure accorgersene) che una serie di azioni o tappe evolutive non saranno mai alla loro portata. L’autrice comprende perfettamente il difficile ruolo delle mamme e dei papà soprattutto quando hanno a che fare con situazioni particolarm...

Guardarsi negli occhi mentre si parla

Disponibile a breve anche tramite podcast . Insisto sempre sul mantenere il contatto oculare quando si parla con un’altra persona, non solo per l’attenzione e il rapporto, ma anche affinché sia chiaro con chi sto parlando. Infatti spesso mi capita di parlare con uno dei miei ragazzi (guardandolo negli occhi) ma è un altro a rispondere, probabilmente perché si attivano i suoi neuroni specchio e quindi si sente coinvolto a pieno titolo nell’argomento discusso, senza accorgersi che in realtà la conversazione non lo riguarda. La mancata attivazione del meccanismo di controllo di suddetti neuroni, che in questo caso dovrebbe divenire inibizione verbale, gli permetterebbe di evitare di parlare laddove la conversazione non lo interessi direttamente. Quando accadono episodi di questo genere mi fermo e riporto l’attenzione su chi siano le persone che si stanno guardando e di conseguenza quelle direttamente coinvolte nel dialogo; le altre possono inserirsi e partecipare alla conversazione solo ...

Balbuzie come risolvere con il Teatro

A breve disponibile anche tramite podcast . Michela (nome di fantasia) è una bambina di 11 anni che frequenta la classe quinta della scuola primaria. Da un anno nel suo eloquio spontaneo appaiono saltuariamente episodi di disfluenza, ovvero alterazioni nel ritmo della parola o della frase, che rendono il linguaggio espressivo della piccola difficoltoso a causa di arresti improvvisi difficili da superare. Michela ne soffre enormemente, tanto da diminuire sensibilmente le occasioni in cui si esprime ad alta voce davanti a tutti. Noto però che nel gioco libero con i suoi compagni gli episodi diminuiscono drasticamente, quasi che Michela dimenticasse di essere soggetta a tale difficoltà. Sono numerosissimi gli studi e gli articoli su quanto il teatro possa essere un valido strumento per la persona che balbetta e quindi cerco di documentarmi il più possibile affinché il laboratorio di logoteatroterapia sia per lei una risorsa o quantomeno un tempo di completa assenza di giudizio e possibil...

Autismo e controllo del corpo

Disponibile a breve anche tramite podcast . Risale a più di due anni fa il lavoro svolto con Rebecca (nome di fantasia) affetta dal Disturbo dello Spettro Autistico, per allenare le sue competenze socio-pragmatiche e far sì che il suo linguaggio, verbale e non verbale, fosse sempre più coerente, efficace e puntuale nella conversazione con gli adulti e il gruppo dei pari. Ricordo la ragazzina conosciuta all’indomani della reclusione dovuta alla pandemia. Dobbiamo ancora indossare le mascherine e fare attenzione al distanziamento; igienizzarci spesso le mani e aprire altrettanto sovente le finestre, anche in pieno inverno. Eppure, tutto ciò non ci impedisce di costruire fin da subito un profondo rapporto fatto di gioco, risate e nuove scoperte. Grazie al lavoro proprio della logoteatroterapia, a piccoli passi Rebecca riscopre il suo corpo e le immense possibilità comunicative insite in esso. Prende coscienza di quanto lei stessa possa avere il controllo anche del più piccolo elemento co...

Dietro il sorriso cosa si nasconde

A breve disponibile anche tramite podcast . Incontro Carlotta (nome di fantasia) esattamente un anno fa. È una bella ragazza di 17 anni, con i capelli castani sempre legati in una coda di cavallo e un sorriso travolgente. Dietro gli occhiali fa capolino uno sguardo luminoso che si posa su di me, e sembra voler dire tante cose. Purtroppo però la lesione cerebrale che l’ha colpita da bambina, a seguito di un infortunio, ha del tutto ridotto la sua capacità di elaborazione verbale, di iniziare un discorso, di fare una domanda e così via. Risponde alle mie domande, sì. Sorride alle battute scherzose, certo. Comprende tutto quel che le dico, sicuro. Ma l’iniziativa verbale è del tutto compromessa. Eppure… La mamma mi chiede di inserirla nel laboratorio di Logoteatroterapia per adolescenti che conduco con Gallassi, la mia collega logopedista. La ragazza non ha molte amiche e pochissimi momenti di interazione sociale, oltre alla scuola. Inizia a partecipare al nostro corso tutte le settimane...

Prendersi cura degli altri a teatro

A breve disponibile anche tramite podcast . I ragazzi che quel pomeriggio parteciparono al laboratorio di Logoteatroterapia erano sei preadolescenti di 11 e 12 anni. I nomi con i quali ve li presenterò sono tutti di fantasia, come al solito. Alcuni sono affetti dal Disturbo dello Spettro Autistico, altri da ADHD, DSA e lievi tratti di oppositività. Eppure, è sempre un piacere lavorare con loro. Allegri, spumeggianti, a volte faticano a mantenere l’attenzione su un argomento e ovviamente hanno cadute sulla pragmatica, ma la loro risorsa più grande è la profonda amicizia che hanno stabilito nel tempo. Grazie a essa nessuno patisce le risposte non contestuali o le azioni eccessive, anzi si ride tanto e spesso. Oggi però desidero stimolare sempre più le abilità empatiche, il saper “vedere” l’altro e contestualmente accorgersi delle sue eventuali necessità. Quindi, dopo un gioco iniziale tutti insieme, propongo ai miei piccoli eroi di sciogliere il corpo in modalità statica, come abbiamo f...